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Museo degli Strumenti Musicali Sardi - Tuili |
“La musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza”
(Nick Hornby)
Le tradizioni musicali sarde sono ancora oggi radicate nella cultura dell’isola ma in maniera assai minore rispetto al passato.
Il motivo principale è forse da ricercare nello sforzo, ancora oggi in atto, di uniformarci al contesto culturale italiano, abbandonando ciò che della nostra cultura abbiamo giudicato “grezzo”, qualcosa di cui vergognarci quasi, tutto ciò che troppo ci distingue come “popolo sardo” dal “popolo italiano”.
Non possiamo che essere d’accordo con le parole di Giovanni Dore,
“Le nuove generazioni ignorano l’etnomusicologia sarda e non conoscendola non la capiscono e conseguentemente la disprezzano come qualcosa di primitivo e selvaggio, e la rifiutano come una realtà sorpassata”.
Ma non possiamo nemmeno trascurare la disattenzione degli studiosi, i quali hanno messo questo patrimonio in serio pericolo di estinzione.
Negli ultimi tre decenni soprattutto, dopo aver compreso l’enorme valore della tradizione culturale sarda che andava via via perdendosi, ci si è adoperati nel tentativo di recuperarla, provando a ricostituire, pezzo dopo pezzo, le varie tessere del mosaico che componevano l’antica cultura del nostro popolo.
Proprio durante questo “sforzo”, ci si è accorti che il settore che aveva subito maggiori danni era proprio quello relativo alla musica sarda, canti e strumenti musicali tipici in primis.
Il recupero della tradizione musicale sarda riveste un’importanza particolare se si considera che “la musica, intesa come la riproduzione o la creazioni si suoni e di melodie mediante l’invenzione ed il perfezionamento di strumenti musicali, è molto spesso indice di notevole sviluppo sociale, di Civiltà ben progredite, di bisogno di spiritualità e di capacità artistico – artigianale” (cit. Fabio Garuti).
La Sardegna poteva vantare circa 70 esemplari di strumenti musicali ma a causa della scomparsa del canto sardo dalle abitudini popolari è decaduto, di conseguenza, anche il patrimonio strumentistico sardo.
Oltretutto, come scrive Giovanni Dore
“Il popolo sardo aveva affidato per diversi millenni la conservazione delle forme di musica strumentale come pure dei suoi canti, alla memoria e alla tradizione orale”.
Altra causa che rende il lavoro di recupero difficile e molto complesso.
Fortunatamente, accanto agli scenari esecutivi più tipici della tradizione, come le feste religiose e profane, si sono definite nuove occasioni e nuovi contesti, adattatisi al mutare dei modi della comunicazione: è il caso ad esempio delle trasmissioni televisive incentrate sulla musica tradizionale o del frequente ricorso all'incisione discografica da parte di molti cantori e suonatori.
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